sabato 21 maggio 2011

LA RESTERA

A Casier iniziano le tipiche passerelle in legno, ponticelli eretti su palafitte tra zone di escavazione del fiume, proprio dove il Sile diventa largo e tranquillo. E' qui che, tra canne e alti falaschi, compaiono i 'burci', le grandi barche che venivano usate per il trasporto delle granaglie. Relitti sprofondati e insabbiati di archeologia industriale che fanno la gioia degli uccelli e dei pesci che hanno eletto a paradiso questo tratto del Sile. Ancora un paio di chilometri e si giunge davanti alla chiesa di Casier, addossata a un pugno di case. Al piccolo porto sono attraccati grappoli di barche che provengono dalla foce del Sile, da Venezia.



I punti di accesso al percorso sono diversi, ma quelli che riteniamo più comodi per parcheggiare l'auto e quindi proseguire in bicicletta sono quelli evidenziati con apposita segnaletica "Alzaia del Sile" e riguardano le seguenti località: Fiera di Treviso, Villapendola di Casier, Casier porto, Villapendola e porto di Silea.
Partendo da Fiera o da Ponte della Gobba, a Treviso, si percorre l'argine sinistro del fiume (restera) dove una volta i barconi (burci) sostavano in attesa del carico o scarico delle merci da lavorare o prodotte nei mulini e nelle manifatture della città.

Proseguendo si arriva, dopo aver superato un ponticello pedonale ad unica campata, a Villapendola; tenendosi sempre lungo la strada alzaia posta sull'argine sinistro del ramo del Sil Morto si giunge in prossimità della Chiesa di S. Antonino dove una volta vi era un porticciolo che consentiva di scaricare le merci per Casier, Cendon e per le fornaci che li erano numerose. Una volta raggiunto il Lago Verde si può fare una piccola sosta per ammirare un ambiente di ex cava recuperato alla fruizione collettiva per attività sportive, per il tempo libero ed il ristoro e successivamente attraversare, su di un percorso aereo sull'acqua, un ambiente rinaturalizzato a canneto ove si possono osservare molte specie di uccelli acquatici ed il "cimitero dei burci".



Il percorso prosegue lungo l'argine prospicente dell'oleificio Chiari & Forti, ove una volta vi era un passo a barca per accedere ai mulini di Silea, sino a raggiungere il piazzale del centro di Casier ed il porticciolo recentemente attrezzato con briccole e pontili. Oltre che dal porto di Silea, anche da qui parte la motonave "Silis" che trasporta i turisti e le scolaresche lungo il Sile sino in laguna, a Burano e Torcello.
Si continua sino alla "casa degli artisti", un centro culturale realizzato attraverso il recupero di una vecchia porcilaia; si prosegue lungo un argine recentemente consolidato per evitare l'ulteriore degrado causato dal moto ondoso dell'acqua che lo bagna da ambo i lati. Si incontra quindi un ponte mobile, che consente il transito dei motoscafi di un cantiere nautico, sino all'area industriale di Casier ove il percorso termina in attesa della realizzazione del secondo tratto sino a Casale e poi alla conca di Portegrandi.



Quando il Sile arriva a Treviso è ormai adulto e le sue sponde, che nell'alto corso erano basse e paludose, lasciano spazio ad un sistema di alzaie (o restere) necessarie un tempo per trainare a riva le grosse barche che risalivano la corrente. La restera, oggi, è considerata come strada nazionale: parte dal capoluogo della Marca, collega diversi comuni appartenenti alle provincie di Treviso e Venezia e conduce fino alla Conca di Portegrandi. Percorribile in bicicletta o a piedi imboccando viale Iacopo Tasso, all'altezza di Ponte Garibaldi, la restera si immerge nel verde lasciandosi alle spalle la circonvallazione esterna delle mura e porta allo sterrato che segue i meandri del fiume. E' la strada che un tempo veniva percorsa dai cavalli che trainavano con le funi le barche contro corrente, verso Treviso, in direzione del porto di San Martino, dentro le mura cittadine.

All'epoca, persone e merci arrivavano da Venezia seguendo il corso del Sile che rappresentava una delle vie maestre della Serenissima verso il nord, la porta verso i mercati della terraferma. Da Venezia si imboccava il Silone, la foce del Sile, e si risaliva la via d'acqua bordata da salici e ontani.

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